Sofosvubir, sovaldi, epatite e medicina biologica
La medicina biologica esprime un atteggiamento prudenziale rispetto al sofosvubir o sovaldi recentemente approvato per la cura dell’ epatite C dalla FDA Food and Drug Amministration. L’Agenzia governativa statunitense per gli Alimenti e i Medicinali, FDA ritiene il sofosvubir o sovaldi un medicinale straordinario contro l’epatite C. Il principio attivo del prodotto sovaldi, denominato sofosvubir, agisce più rapidamente e con effetti secondari meno rilevanti, rispetto alle altre terapie farmacologiche proposte come l’interferone o ribavirin.
L’ epatite C colpisce tra lo 0,4% e il 3,5% della popolazione degli stati europei e costituisce la causa più frequente di trapianto di fegato. Il sofosvubir o sovaldi oltre ad essere molto meno invasivo, promette percentuali di successo altissime per questi malati. La notizia è ribalzata dal mondo scientifico alla comunità che ne potrebbe fruire ingenerando aspettative di guarigione. Questa sarebbe senza dubbio una notizia lieta se non correlata ad un aspetto oscuro come spesso di avviene quando si tratta di farmaci. L’aspetto oscuro del sofosvubir o sovaldi non è connesso alle caratteristiche farmacologiche e le sue meravigliose applicazioni nell’ epatite C, bensi al costo della terapia. Stando ai dati diffusi nel dicembre 2013 i costi di una terapia per l’epatite C con sofosvubir o sovaldi oscillano tra i ventottomila e i centosessantottomila dollari per ogni paziente. Sono cifre da capogiro spesso presentate come un successo scientifico, ma i realtà costituiscono solo lo sfruttamento commerciale di un successo scientifico. La scienza e il commercio della scienza non sono equivalenti, ma antagonisti. Le regole nel commercio contrastano in modo radicale con la regole nella scienza, inducendo non solo un illecito sfruttamento, ma ostacolando in modo grave il progresso della scienza stessa. I guadagni che il sofosvubir o sovaldi garantiranno ai gruppi commerciali che ne possiedono i diritti di sfruttamento, sono un serio ostacolo a tutti i progressi scientifici non farmacologici e low cost.
La commistione tra ricerca scientifica e commercio dei suoi risultati costringe la ricerca esclusivamente verso forme di terapia prevalentemente farmacologiche. Solo un principio attivo farmacologico, per il tramite di un brevetto, permette di essere commercializzato a cifre come quelle indicate per il sofosvubir o sovaldi. Questa sciagurata regola del commercio, determina purtroppo un ostacolo enorme per tutte quelle ricerche scientifiche che vanno verso forme di terapia non brevettabile e non farmacologiche. La ricerca scientifica è pertanto viziata dalla malsana influenza che le regole del commercio operano sul suo percorso. La notizia relativa al sofosvubir o sovaldi è pertanto ottima per i malati di epatite C che potranno permettersi i costi della cura. Meno buona è la notizia per i servizi sanitari che saranno chiamati a remunerare tali costi. I cittadini dei vari paesi che pagano le tasse o una assicurazione per aver un servizio sanitario sono invece frodati del diritto alla salute, perché costretti a pagare certi farmaci esponenzialmente di più di tutte le altre forme di terapia. Infine sono frodati del diritto alla salute tutti quei malati che non possiedono risorse economiche personali e non vivono in uno stato che può permettersi il costo della nuova cura per l’epatite C.
Le regole internazionali per il mercato delle merci, non possono essere applicate in medicina senza incorrere il rischio di creare dei “mostri”. L’assioma che ogni cura debba essere farmacologica, che il farmaco possa essere brevettato e sfruttato commercialmente, è un serio ostacolo al diritto alla cura e al progresso della medicina. L’alto costo dei farmaci insieme al disease mongering non hanno nulla a che fare con la medicina e la scienza. La medicina biologica è favorevole ad una ridefinizione di cosa è una terapia e alla sostenibilità dei suoi costi. La medicina biologica non è contro i farmaci, che apprezza quando il loro impiego è scientifico e non un commercio. La medicina biologica sostiene altresì che esistono altri approcci alla terapia da affiancare ai farmaci.
Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta. Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
- Sofosvubir, sovaldi, epatite e medicina biologica