Medicina biologica e orbita funzionale rene
L’ orbita funzionale rene nella medicina biologica è un termine totalmente dissimile e non coincidente con la definizione di rene organo. L’ orbita funzionale secondo la medicina biologica è un insieme di tessuti, funzioni emozioni e qualità connesse a un senso biologico da loro applicato. Si evince la necessità di definire precisamente la singola orbita funzionale anche nell’intento descrivere il senso altrimenti invisibile. Sopratutto occorre evidenziare le differenze significative che intercorrono tra orbita funzionale rene e l’ organo che porta lo stesso nome. Nella medicina biologica l’ orbita funzionale rene è associata insieme all’ orbita vescica urinaria ad un unica fase evolutiva nella quale prevalgono le qualificazioni biologiche osservate da due lati polari e complementari.
La relazione tra orbita funzionale rene e orbita funzionale vescica urinaria è un rapporto di regolazione intrafasica. Per la medicina biologica l’una provvede all’altra in caso di necessità e applicano pertanto reciproca compensazione. L’ orbita funzionale rene riunisce le parti più materiche e strutturali tra le varie funzioni biologiche l’orbita funzionale vescica urinaria esternalizza i liquidi non assimilabili Gli insiemi tissulari funzionali emozionali e qualitativi descritti dalla medicina biologica per l’orbita funzionale rene e vescica urinaria rappresentano nel clan degli antenati umani la funzione del costruttore. Pertanto le patologie dell’orbita funzionale rene sono risentite come un conflitto biologico in relazione alla sopravvivenza e al valore.
All’ orbita funzionale rene appartengono:
- ritmi circannuali: prevalenza in inverno
- ritmi circadiani: prevalenza a ore 24
- qualità del cibo: salato
- banda di colore: nero
- tessuto: sistema nervoso centrale
- tessuto: ossa e midolli
- tessuto: gameti
- tessuto: capelli
- tessuto: genetico ovvero la somma di tutti i nuclei cellulari
- tessuto: aperture per feci e urine
- tessuto: ovaie e testicoli
- strada: di connettivo: rene
- clima: freddo
- comportamento: vincere la paura con tecnologia
- comportamento: valore nel clan
- comportamento: strategie valide per sopravvivere
- comportamento: tremare
- movimento: dalla tutte le direzioni verso il basso
- campi emozionali: normopaura, ipopaura e iperpaura
- funzioni SNC: anabolismo e riparazione
- funzioni SNC: costruzione di tessuti
- funzione SNC: razionale
- funzione SNC: memoria
- emissione vocale: gemito
- cereale: soja
- carne: maiale
- odore: putrido
- odontoni: incisivi superiori e inferiori
L’ orbita funzionale rene si discosta molto dalle funzioni attribuite al rene in quanto organo. La funzione principale di quest’ orbita è in rapporto con la genetica e con il sistema nervoso centrale. La funzione genetica dell’ orbita funzionale rene si distingue in due aspetti fondamentali: la genetica ereditata e la genetica da trasmettere. L’ orbita funzionale rene è sede di entrambi gli aspetti. La somma di tutti i nuclei cellulari costituenti un organismo, l’organizzazione epigenetica di questo patrimonio e le possibilità di espressione di ogni singolo gene, definiscono la costituzione ereditata. Al contrario della costituzione acquisita, la costituzione ereditata è una dote, che può essere al massimo oculatamente consumata, ma mai implementata. La costituzione acquisita, invece, è la capacità appresa per una migliore gestione possibile delle problematiche biologiche, che nel corso di una vita può rimanere costante, implementarsi o purtroppo, anche disperdersi.
L’ orbita funzionale rene è sede anche della produzione dei gameti ovvero il veicolo per la trasmissione genetica ai discendenti. Dalle conoscenze di embriologia è noto che ovaio e testicoli, discendono durante lo sviluppo, da tessuto della loggia renale.
Nelle pertinenze dell’ orbita funzionale rene sono incluse le ossa e i midolli. Di tutti i tessuti biologici, l’osso è il più denso, quello che maggiormente resiste all’usura del tempo, una volta che la vita è terminata. L’osso rappresenta il tal senso per il clan il valore e la sopravvivenza. Interessante che la tecnologia umana più antica deriva dalla valorizzazione della selce e delle ossa per la costruzione di strumenti. Si osserva che non casualmente la selce deriva per accumulo di resti di organismi a guscio o scheletro siliceo. Nel clan degli antenati umani la funzione rappresentativa delle caratteristiche espresse dall’ orbita funzionale rene è quella del costruttore.
L’ orbita funzionale rene, trattiene, potenzia, governa e all’occorrenza libera le riserve più struttive di energia. Quest’ orbita è pertanto sede della volontà e della resistenza dell’individuo. L’orbita funzionale rene è sede della capacità intellettuale e razionale di un individuo. La razionalità e la volontà sono due modalità per liberare dati esperienziali al momento opportuno. Spesso la capacità razionale, consente all’uomo di prevedere e anticipare un evento, ovvero di liberare l’esperienza accumulata in passato e trattenuta in latenza, per sfruttare i questo vantaggio nella selezione naturale. Infatti, trattenere esperienza in memoria, gestire i dati al fine di anticipare ed evitare difficoltà, hanno rappresentato un vantaggio notevole per la specie umana in rapporto alle altre. Questa capacità umana è la premessa per lo sviluppo di tecnologia e strumenti. L’uomo osservando come si genera spontaneamente il fuoco, imparò a riprodurre l’evento. In seguito apprese come conservare il fuoco (latenza), in modo da poterlo impiegare nella notte per riscaldarsi, proteggersi dai predatori e illuminare. La capacità di mettere dati cognitivi in memoria, riorganizzarli e all’occorrenza servirsene è stata per l’uomo, un vantaggio notevole nella selezione. La sede di questa facoltà è l’orbita funzionale rene.
L’ orbita funzionale rene è deputata dunque anche a regolare le fasi latenti. A questo termine biologico si devono però correlare significati multipli. Sicuramente la produzione di materiale genetico è energia posta in fase di latenza, per essere liberata quando si verifica l’opportunità biologica. Molto del patrimonio genetico ereditato e costituente l’uomo , ha la caratteristica di rimanere in latenza in attesa di occasione epigenetica. Un’altra parte di DNA invece sfrutta l’opportunità, per esprimersi su un’esigenza biologica. Anche le capacità sospese si esprimono con successo quando si manifesta un’opportunità biologica. Per centrare il momento opportuno e quindi avere successo, è necessaria la possibilità di poter sospendere e successivamente riattivare latenze. Le fasi di latenza forniscono pertanto una possibilità rilevante per la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Inoltre le fasi di latenza nascondono un valore e rappresentano la ricchezza del clan. Fasi latenti sono altresì il letargo, il sonno, la memoria e le parti non attive del SNC. Le fasi latenti sono d’importanza fondamentale per la vita, perché costituiscono la massima condensazione di attività biologica sospesa.
Molte delle correlazioni indicate dalla medicina biologica sono espresse anche dall’ agopuntura tradizionale cinese. La medicina biologica adotta un criterio di lettura coerente con la biologia, la fisiologia e l’evoluzione.
L’analisi dell’orbita funzionale implicata dal singolo paziente secondo i parametri della medicina biologica contribuisce alla conflittolisi. La valutazione del risentito, del conflitto biologico sottostante e delle eventuali connessioni con i tessuti lesi, rappresenta una possibilità di comprensione riguardo al senso implicato in ogni malattia. Comprendere il senso biologico della propria sofferenza è una premessa ineludibile per la soluzione conflittuale.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina biologica a Roma