Memorie di fame e dieta
La medicina biologica durante una dieta integra le terapie previste, favorendo la conoscenza delle memorie di fame interferenti si a livello conscio sia a livello incoscio. La consapevolezza del senso biologico insito nei comportamenti applicati è premessa per la conflittolisi e contribuisce al suo decorso favorevole di una dieta. La dieta in ambito umano, è un aspetto fondamentale e complesso del comportamento, che riguarda da un lato gli atti finalizzati alla mantenimento della vita, ma anche quelli connessi alla ricreazione, ovvero la ricerca di evoluzione personale tramite il piacere.
Una delle principali cause per lo smisurato fallimento delle diete prescritte da medici e\o sedicenti tali è costituita dalla presenza nel sistema nervoso centrale di memorie di fame. La morte per i nostri antenati e ancora oggi per molte polazioni del pianeta è indotta o accompagnata da fame. A fronte di questo antico problema, il sistema nervoso centrale dispone di adattamenti idonei a contenerne l’impatto. La riduzione dell’introito calorico come base per una dieta si scontra pertanto con la forza delle memorie di fame che interferisce pesantemente.
Un’analisi delle principali ricerche sugli effetti delle diete, pubblicata sul Journal of Obesity ricorda che, a distanza di un anno, solo il 20% di chi è dimagrito mantiene il peso forma e che, a 5 anni dalla dieta, il 77% pesa come prima. L’approccio di medici, dietologi, nutrizionisti ed istituzioni è a dir poco un fallimento. A livello umano, per la sua complessa capacità immaginativa, l’atto del mangiare rappresenta una forma di comunicazione sociale, un rito e una ricompensa o compensazione per i dolori patiti. Interferire in queste complesse variabili esclusivamente con una banale restrizione calorica è spesso pura illusione se non cialtronismo. Le reazioni emotive maggiori durante la dieta dalle memorie di fame sono le seguenti:
- fame compulsiva
- agitazione
- insoddisfazione
- insonnia
- collera
- rifiuto
- stanchezza
- prostrazione
La dieta per avere successo deve considerare parametri più evoluti delle banalissime calorie come per esempio il carico glicemico, il PRAL e i ritmi circadiani delle retroazioni ormonali implicate nella valorizzazione del cibo. Sopratutto non è possibile disgiungere dalla dieta, le sofferenze psichiche patite dal soggetto da porre in dieta. I dolori patiti dal paziente e dai suoi antenati sono maggiormente significativi di quello che comunemente si immagina.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione dei conflitti sottostanti per il singolo paziente. Alcuni comportamenti in relazione alla dieta possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
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