Pancreas e medicina biologica
La medicina biologica osserva il pancreas come un organo che realizza la soluzione ad una precisa area conflittuale realizzata nei complessi processi dell’evoluzione. La comprensione del senso biologico di un organo favorisce la consapevolezza delle implicazioni conflittuali, che la sua malattia esprime. La consapevolezza del senso biologico insito nel pancreas e nella sua funzione è dunque premessa per la conflittolisi e contribuisce al decorso di tutte sue possibili malattie connesse. Il pancreas è una ghiandola esocrina ed endocrina connessa all’apparato digerente. La sua principale funzione è quella di produrre succo pancreatico nella parte esocrina, insulina e glucagone nella parte endocrina.
Insulina e glucagone hanno la funzione di regolare la concentrazione di glucosio nel sangue. Il succo pancreatico digerisce invece i nutrienti acquisiti nell’intestino tenue tramite scissione in una parte assimilabile e una non assimilabile. Il pancreas opera la scomposizione del bolo alimentare acquisito, tramite la funzione esocrina. Gestisce anche la regolazione della componente glicemica assimilata. L’orbita funzionale pancreas alla quale appartiene l’organo pancreas è sede della costituzione acquisita in coppia con l’orbita funzionale stomaco. Acquisire, scomporre in parte assimilabile e non assimilabile, infine assimilare l’assimilabile sono tre tappe di un unico processo che nasce dall’interazione continua tra stomaco e pancreas. L’acquisizione dello stomaco è dunque il processo primario al quale il pancreas invece corrisponde successivamente per assimilazione dell’acquisito. Scomporre in parti il nutriente, destrutturarlo in unità valide per la costruzione del corpo umano è il significato della parola assimilazione. Il lavoro metabolico del pancreas serve pertanto a rendere il cibo “simile” a colui che lo assorbe.
Il termine assimilare, ovvero rendere simile, implica la capacità di trovare in una qualsiasi biodiversità le componenti simili in seguito a scomposizione. L’assimilazione implica che quando si mangia un panino, questo venga scomposto in parti simili ai costituenti di colui che lo scompone. Anche l’assimilazione di una lingua straniera avviene per scomposizione della stessa in singoli vocaboli ricondotti verso una similitudine semantica con la lingua madre e proprio tramite questo processo completa la sua acquisizione. La funzione biologica del pancreas ovvero assimilare implica quando funzionante anche una notevole riduzione conflittuale. Il campo emozionale connesso, è quello della riflessione. Questo campo emozionale non implica la facoltà cognitiva, ma quella emotiva di equilibrare le emozioni estreme attraversate, riconquistando la propria centratura. La riflessione è un campo emozionale equilibrante che permette di acquisire e dunque assimilare, una costituzione più forte. Il possesso della capacità di assimilare biodiversità sul piano fisico ed emotivo, implica una maggiore sicurezza e una costituzione più robusta. Molte specie animali si sono estinte durante lo sviluppo della vita sulla terra. Cambiamenti climatici a volte bruschi, hanno implicato una difficoltà a reperire i nutrienti consueti. La capacità di talune specie di adattarsi all’assimilazione di nuovi nutrienti e a nuovi ambienti, ha determinato molto spesso la sopravvivenza. Quando una cultura umana o una specie animale non assimila più biodiversità tramite la riflessione o la funzione del pancreas, allora inizia la sua decadenza. Assimilare presuppone quel tanto di equilibrio da considerare l’altro non un avversario ma una opportunità.
Nella tradizione cristiana, la funzione del pancreas, etimologicamente ” pan creato ” è espressa nell’ultima cena dallo spezzare il pane prima di mangiarlo. Mangiare insieme pane spezzato, è l’immagine della possibilità tramite l’assimilazione, di costruire un nuovo legame non dissolubile. Ridurre la diversità a componenti che possiamo condividere e costruire da queste un nuovo insieme, è uno dei significati dello “spezzare il pane” nel simbolo indicato. Assimilare è una soluzione biologica al conflitto di essere nutriti con qualcosa dissimile da sé. Il conflitto del non assimilabile è una delle cause di sofferenza dei tessuti pancreatici. Il malato di pancreas, risente una situazione della sua vita come disgustosamente indigeribile. Si tratta di problematiche verso le quali si rifiuta anche l’ipotesi di un denominatore comune sul quale confrontarsi. Il conflitto viene vissuto come se si fosse ingerito un veleno dal sapore disgustoso.
Il malato che risente un conflitto con le caratteristiche indicate, può avere realmente tale situazione nella sua vita, oppure risente semplicemente una situazione reale ben diversa, con i significati indicati. La problematica è a dir poco inaccettabile. Non è ipotizzabile una soluzione di compromesso. Non ci sono denominatori comuni sui quali costruire una soluzione. Inoltre l’evento è percepito come disgustoso. Il malato di pancreas si sente privato della similitudine con coloro che sente membri del suo clan. Secondo la medicina biologica egli non può ricondurre l’insulto a componenti assimilabili. L’evento è vissuto come ripugnante e non accettabile. Non di meno l’evento è già stato deglutito. Si tratta di qualcosa che è già dentro, pur appartenendo a ciò che non è neppure concepibile. Questo genere di eventi riguarda spesso la propria famiglia o qualcuno che riteniamo appartenere al clan ristretto. Il “bolo alimentare” è ingerito e indigeribile. Altrettanto la relazione con il clan ristretto o allargato viene percepita come talmente offensiva che priva del gusto di vivere.
Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta. Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
- Pancreas e medicina biologica