Ansia e medicina biologica
La medicina biologica osserva i comportamenti della persona affetta da ansia come una soluzione inconscia a precise situazioni conflittuali. La comprensione del senso biologico di un comportamento applicato con successo nell’evoluzione, favorisce la consapevolezza delle implicazioni conflittuali che ogni malattia esprime. La consapevolezza del senso biologico insito nei comportamenti connessi ad ansia è premessa per la conflittolisi e contribuisce al decorso della malattia. L’ ansia è una sensazione di paura disconnessa a un evento concreto specifico, ma diffusa su vari settori di vita risentiti come problematici.
I segni somatici dell’ansia sono dovuti ad un’iperattività del sistema neurovegetativo con un’alterazione di tutte le funzioni che ne dipendono. I sintomi fisici dell’ ansia sono pertanto numerosissimi e cangianti. Si osservano però più frequentemente palpitazioni, precordialgia, sudorazione, disagio,affanno, astenia nausea e tremore. L’ ansia può esistere come disturbo esclusivo oppure può essere associata a malattia somatica. In questo ultimo caso la malattia potrebbe essere alimentata anche dall’ ansia stessa. Per la medicina biologica, l’ ansia prepara i comportamenti idonei ad affrontare una minaccia ipotetica. L’ ansia prevede in tal senso: aumento della pressione del sangue e la frequenza cardiaca, aumento della sudorazione, aumento del flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari, diminuzione delle funzioni del sistema immunitario e diminuzione delle funzioni digestive. Il senso di questa modifica intensa dello stato del soggetto con ansia è preparare i comportamenti necessari alla fuga o all’attacco senza necessariamente conoscere il nemico reale o tale risentito e la situazione conflittuale. L’ ansia e i comportamenti connessi sono un aspetto particolare del campo emozionale paura. In ansia tutto l’organismo si prepara a comportamenti immaginati urgenti senza consapevolezza degli eventi che li rendono necessari. Il senso biologico dell’ ansia pur essendo un disturbo invalidante è sempre e comunque sopravvivere. L’uomo è stato esposto nel corso della sua storia evolutiva a numerose categorie di conflitti biologici. I confitti biologici sono sempre di notevole intensità e spesso comportano un rischio letale. Non sempre era possibile conoscere con anticipo la qualità e la quantità di un conflitto. Una strategia di vincente in una situazione conflittuale è anticipare l’evento, per preparare i comportamenti connessi alla sua gestione. Quando l’evento conflittuale non è conosciuto le emozioni e i comportamenti si preparano in modo aspecifico. L’ansia è scatenata da situazioni trigger, ma anticipa eventi sconosciuti. L’ansia è pertanto caratterizzata dall’assenza di una proporzionalità corretta con la realtà , perchè il soggetto che la patisce anticipa un evento conflittuale immaginato. Generalmente i nostri antenati hanno combattuto molte categorie di conflitti biologici e tutte possono essere trigger per un attacco di ansia. Certamente l’esposizione a predatore è il conflitto biologico che giustifica maggiormente l’anticipazione dei comportamenti necessari a garantire la sopravvivenza. Ogni essere umano mantiene nel suo inconscio memorie dei conflitti gestiti dagli antenati e in particolare i comportamenti che hanno permesso di non essere vittima dei predatori. Queste informazioni sono gestite automaticamente ogniqualvolta un soggetto risente un evento come analogico alle memorie di cui dispone. I comportamenti del soggetto che patisce ansia sono coerenti con una sofferenza anticipata dal paziente analogica all’ esposizione a predatore. Nel mondo contemporaneo l’esposizione a predatore scivola in tutti i significati moderni del termine che il sistema nervoso del paziente riesce ad immaginare. Si può risentire potenzialmente “predatore” il partner, il genitore, lo sconosciuto, il collega, lo stato, la chiesa, il partito ecc. ecc. I comportamenti preparatori immaginati dal paziente affetto da ansia, applicano il principio dell’ anticipazione e pertanto intervengono prima che una situazione sia reale. L’ansia non appare sempre coerente alla sua gestione della realtà. Spesso l’ansia è coerente con la gestione di conflitti immaginati come analogici all’esposizione verso predatore. Anticipare i comportamenti di fuga o attacco ha spesso fatto la differenza tra vita e morte. Una strategia che viene trasmessa, perchè vincente per molti dei nostri antenati. Talvolta questa facoltà nel mondo contemporaneo tracima oltre le sue applicazioni sensate ed è pertanto degna di trattamento secondo la medicina biologica.
Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. L’ ansia è preparatoria di comportamenti idonei in un habitat molto diverso da quello la malattia è maggiormente diffusa. La sofferenza dell’ ansia è tale quanto i comportamenti di fuga e attacco efficienti non sono più fisici, perchè colui che è risentito predatore non utilizza in epoca moderna più l’impatto fisico per uccidere. Per la medicina biologica la ricerca del senso dei comportamenti de delle emozioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali una malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune sofferenze possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma