Muscolatura striata e medicina biologica
La medicina biologica osserva la muscolatura striata come una soluzione evolutiva a precise problematiche di sopravvivenza. La comprensione del senso biologico che la muscolatura striata svolge nell’evoluzione dalla vita, favorisce la consapevolezza delle implicazioni conflittuali che la sua malattia esprime a livello umano. La consapevolezza del paziente riguardo il senso espresso da un tessuto è premessa per la conflittolisi quando tale tessuto esprime una patologia. La muscolatura, nell’evoluzione biologica, assolve ad una importante funzione inerente al comportamento degli organismi maggiormente evoluti: il movimento intenzionale, base per la specializzazione funzionale e organizzazione sociale.
Il movimento intenzionale è garantito da una sofistica ingegneria meccanica. I muscoli striati, sono congiunti da legamenti allo scheletro con un sistema complesso di leve e bilanciamenti, tali da permettere movimenti molto precisi oltre che movimenti caratterizzati da potenza. La muscolatura si denomina striata per le caratteristiche striature trasversali, dovute alla disposizione regolare degli elementi contrattili. La striatura peraltro è anche un marcatore di forza, in molti linguaggi pittorici o simbolici.
L’uomo governa la locomozione intenzionale con la coscienza, anche se le manovre ripetitive possono essere apprese fino alla loro automazione, evolvendo il loro controllo da necessariamente cosciente a opzionalmente cosciente. La deambulazione comune è perfettamente automatizzata e gestita sotto la soglia di attenzione e coscienza. Se però lo stesso adulto deve fare un trekking particolarmente impegnativo o una riabilitazione motoria dopo un incidente, allora il movimento deambulatorio diviene nuovamente controllato coscientemente. La capacità di muovere un corpo non è coinvolge solo la deambulazione, ma implica tutte le altre possibili applicazioni di movimento muscolare. La capacità di contrarre intenzionalmente la muscolatura striata implica tutti gli altri aspetti dell’intenzionalità, ovvero:
- conquista
- elevazione
- captazione
- protezione
- costruzione
I nostri precursori umani e anche gli altri mammiferi organizzati in clan, necessitano di una gerarchia di ruoli idonea a garantirne la funzione del clan stesso. Se in un clan le intenzioni sono in contrasto, prevale colui che possiede maggiore capacità muscolare e intenzionale. Il “cacciatore” con più muscolatura striata prevale in un conflitto gerarchico sui concorrenti e diviene capoclan. Da quel momento assolve agli oneri di questa funzione fino al giorno in cui uno sfidante ancora più “muscolare” o “intenzionale” lo spodesterà. I conflitti di rango a livello biologico, implicano secondo la medicina biologica l’ attivazione di la muscolatura striata. Selezionare il rango nel clan tramite confronti in relazione espressi tramite la muscolatura striata è un modo sensato di garantire sopravvivenza. Rango, forza e intenzione sono connessi nel sistema nervoso centrale ai relè di comando per la muscolatura striata. Gli scivolamenti immaginativi di muscolatura striata operati dal sistema nervoso umano nella società moderna sono molteplici e dipendono solo dalla capacità di immaginarli. Gli sport con competizione, sono la ripetizione nel mondo attuale, dei rituali conflittuali per stabilire il più forte del clan. Quando uno sportivo diventa famoso per i suoi successi, i mass media rappresentano la comunicazione al clan immaginato dell’elezione di un nuovo leader. L’acclamazione nel clan scivola nella notorietà. La forza fisica dei nostri progenitori scivola nel mondo attuale nelle forze armate delle nazioni. I conflitti territoriali tra nazioni possono risolversi tramite una dimostrazione “muscolare” o un conflitto reale. Una nazione è considerata tanto più potente quanto più territorio può governare con i propri “muscoli”. Le gerarchie di potere nelle nazioni, derivano da precisi rituali per determinare i membri del clan più idonei ad assumere la funzione di “cacciatori alfa-dominanti”. Un leader moderno nasce da uno scontro immaginario o reale. In tale competizione, anche se concretizzata come elezione, il nuovo leader deve prevalere sui suoi concorrenti. Lo scivolamento operato da rango muscolare a rango nelle società moderne, coinvolge anche molti rituali delle religioni organizzate. La presenza di tematiche religiose in innumerevoli vicende di guerra tra popoli, poco importa se di difesa o aggressione, testimoniano la relazione tra muscolatura striata e religione.
Secondo la medicina biologica la muscolatura striata appartiene alla orbita funzionale fegato e la decisione intenzionale all’Orbita funzionale vescica biliare. Nella muscolatura striata pertanto la efficienza del muscolo appartiene al fegato , la forza dell’intenzione alla vescica biliare. Il campo emozionale coerente con la muscolatura striata, è la collera. Questo campo emozionale secondo la medicina biologica muove il tessuto muscolare verso la conquista del rango spettante. La muscolatura striata è dunque implicata nei conflitti di rango e di intenzione e viene mossa dal campo emozionale collera. Certamente di fronte ad un malato con patologia su questo tessuto, diviene necessario approfondire sia l’espressione del campo emozionale collera sia i conflitti di movimento e rango vissuti. Il risentito che scatena una lesione sul tessuto muscolatura striata, sono coerenti con un conflitto attivo immaginato nelle tematiche movimento e intenzione che rimane privo di una soluzione a livello cosciente. Le parti più antiche del SNC entrano dunque in gioco riattivando il tessuto che nella notte dei tempi risolse conflitti di movimento intenzionale e rango. La malattia muscolare è un automatismo del sistema nervoso centrale applicato su quel tessuto che nell’evoluzione ha risposto ad un conflitto simile a quello risentito dal malato.
Il malato non deve essere sottoposto necessariamente ad un reale conflitto di rango o di intenzione. Per scatenare la risposta sulla muscolatura striata è sufficiente che egli risenta eventi della sua vita, in tal modo. In relazione alle malattie muscolari è pertanto opportuno interrogarsi su conflitti biologici non risolti che implicano, lotte gerarchiche, movimenti interdetti ma aspirati o contrasto di intenzioni.
Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta. Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
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