Medicina biologica e ME di triplice riscaldatore
La matrice extracellulare triplice riscaldatore è in medicina biologica la decima di una sequenza di dodici strade di tessuto connettivale ricoprenti tutta la cute umana. Ogni zona di matrice extracellulare specifica è connessa all’orbita funzionale che porta lo stesso nome emblematico. Ogni matrice extracellulare possiede un orario di massima espressione funzionale. L’orario di massima espressione funzionale per la matrice extracellulare triplice riscaldatore è dalle 21 alle 23. La matrice extracellulare è il luogo anatomico dove ricercare i circa 360 punti di agopuntura. Si evince una evidente considerazione della medicina biologica per i ritmi circadiani e circannuali.
La matrice extracellulare triplice riscaldatore, come tutte le strade di tessuto connettivale non è un organo anatomico locale, ma parte di un tessuto ubiquitario nell’organismo. La matrice extracellulare o connettivo è un tessuto ubiquitario nel quale avvengono tutti i più complessi processi di regolazione biologica. La matrice extracellulare triplice riscaldatore è dunque un percorso di tessuto connettivale in relazione ad un gruppo di funzioni sue specifiche. La matrice extracellulare triplice riscaldatore decorre decorre dal quarto dito della mano, prosegue sul lato esterno del braccio, terminando sul volto all’altezza del sopraciglio.
Sulla matrice extracellulare di triplice riscaldatore sono allocati 23 punti di agopuntura ognuno depositario di caratteristiche terapeutiche codificate. Il campo emozionale collegato alla matrice extracellulare triplice riscaldatore è la gioia. La matrice extracellulare triplice riscaldatore è connessa all’ orbita funzionale triplice riscaldatore e i tessuti con i quali ha rapporto sono i seguenti:
- ghiandole endocrine,
- ipofisi e ipotalamo ,
- circolazione venosa,
- circolazione arteriosa,
- circolazione linfatica,
- cuore,
- intestino tenue,
- valvola ileocecale
- orecchio,
- ottavi superiori,
- ottavi inferiori
In medicina biologica la matrice extracellulare, le orbite funzionali e gli organi sono denominati con lo stesso nome, ma rappresentano realtà profondamente diverse. L’errore più banale che può insorgere a seguito di questa particolare scelta nella nomenclatura, è associare direttamente la matrice extracellulare triplice riscaldatore alla funzione del tessuto triplice riscaldatore. La matrice extracellulare triplice riscaldatore è una zona di tessuto connettivale correlata a molti tessuti, funzioni e al suo campo emozionale. Una zona di matrice extracellulare inoltre non è solo un ingresso privilegiato per la terapia, ma è fondamentale anche per la diagnosi. Anomalie o patologie sul suo decorso sono utilizzate per valutare la salute del paziente e monitorare il decorso delle terapie. In medicina biologica la pelle del paziente racconta una storia degna di essere letta, senza rinunciare alla diagnostica strumentale e alla tecnologia. I segni evidenziati dalla matrice cellulare triplice riscaldatore orientano la ricerca e la diagnostica. Inoltre la strada di connettivo triplice riscaldatore è anche un ingresso elettivo per la terapia delle malattie che implicano l’orbita funzionale triplice riscaldatore. Le tecniche somministrate considerando la matrice extracellulare triplice riscaldatore possono essere:
- iniettive o infiltrative
- manipolative
- posturali
- chirurgiche
Spesso una zona di matrice extracellulare connessa alla sua orbita funzionale permette di comprendere anche il senso applicato dalla malattia espressa. La topografia di un segno clinico esprime anche un senso talvolta utile da comprendere. Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta. Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni, della genealogia e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma