Medicina biologica e matrice extracellulare di rene
La matrice extracellulare rene è in medicina biologica l’ottava di una sequenza di dodici strade di tessuto connettivale ricoprenti tutta la cute umana. Ogni zona di matrice extracellulare specifica è connessa all’orbita funzionale che porta lo stesso nome emblematico. Ogni matrice extracellulare possiede un orario di massima espressione funzionale. L’orario di massima espressione funzionale per la matrice extracellulare rene è dalle 17 alle 19. La matrice extracellulare è il luogo anatomico dove ricercare i circa 360 punti di agopuntura. Si evince una evidente considerazione della medicina biologica per i ritmi circadiani e circannuali.
La matrice extracellulare rene, come tutte le strade di tessuto connettivale non è un organo anatomico locale, ma parte di un tessuto ubiquitario nell’organismo. La matrice extracellulare o connettivo è un tessuto ubiquitario nel quale avvengono tutti i più complessi processi di regolazione biologica. La matrice extracellulare rene è dunque un percorso di tessuto connettivale in relazione ad un gruppo di funzioni sue specifiche. La matrice extracellulare rene decorre dalla pianta del piede, lungo il lato interno della gamba, sulla parte anteriore del corpo, terminando sul torace tra clavicola e prima costola.
Sulla matrice extracellulare di rene sono allocati 27 punti di agopuntura ognuno depositario di caratteristiche terapeutiche codificate. Il campo emozionale collegato alla matrice extracellulare rene è la paura. La matrice extracellulare rene è connessa all’ orbita funzionale rene e i tessuti con i quali ha rapporto sono i seguenti:
- rene,
- rene ,
- percorso dal glomerulo all’uretra,
- sfinteri fecali,
- sfinteri urinari,
- capelli,
- sistema nervoso centrale e periferico,
- somma di tutti i nuclei cellulari,
- gameti maschili e femminili,
- ossa,
- midollo,
- produzione di sangue,
- incisivi superiori ,
- incisivi inferiori,
In medicina biologica la matrice extracellulare, le orbite funzionali e gli organi sono denominati con lo stesso nome, ma rappresentano realtà profondamente diverse. L’errore più banale che può insorgere a seguito di questa particolare scelta nella nomenclatura, è associare direttamente la matrice extracellulare rene alla funzione dell’organo rene. La matrice extracellulare rene è una zona di tessuto connettivale correlata a molti tessuti, funzioni e al suo campo emozionale. Una zona di matrice extracellulare inoltre non è solo un ingresso privilegiato per la terapia, ma è fondamentale anche per la diagnosi. Anomalie o patologie sul suo decorso sono utilizzate per valutare la salute del paziente e monitorare il decorso delle terapie. In medicina biologica la pelle del paziente racconta una storia degna di essere letta, senza rinunciare alla diagnostica strumentale e alla tecnologia. I segni evidenziati dalla matrice cellulare rene orientano la ricerca e la diagnostica. Inoltre la strada di connettivo rene è anche un ingresso elettivo per la terapia delle malattie che implicano l’orbita funzionale rene. Le tecniche somministrate considerando la matrice extracellulare rene possono essere:
- iniettive o infiltrative
- manipolative
- posturali
- chirurgiche
Spesso una zona di matrice extracellulare connessa alla sua orbita funzionale permette di comprendere anche il senso applicato dalla malattia espressa. La topografia di un segno clinico esprime anche un senso talvolta utile da comprendere. Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta. Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni, della genealogia e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma