Medicina biologica e matrice extracellulare fegato
La matrice extracellulare fegato è in medicina biologica l’ultima di una sequenza di dodici strade di tessuto connettivale ricoprenti tutta la cute umana. Ogni zona di matrice extracellulare specifica è connessa all’orbita funzionale che porta lo stesso nome emblematico. Ogni matrice extracellulare possiede un orario di massima espressione funzionale. L’orario di massima espressione funzionale per la matrice extracellulare fegato è dalle 01 alle 03. La matrice extracellulare è il luogo anatomico dove ricercare i circa 360 punti di agopuntura. Si evince una evidente considerazione della medicina biologica per i ritmi circadiani e circannuali.
La matrice extracellulare fegato, come tutte le strade di tessuto connettivale non è un organo anatomico locale, ma parte di un tessuto ubiquitario nell’organismo. La matrice extracellulare o connettivo è un tessuto ubiquitario nel quale avvengono tutti i più complessi processi di regolazione biologica. La matrice extracellulare fegato è dunque un percorso di tessuto connettivalein relazione ad un gruppo di funzioni sue specifiche. La matrice extracellulare fegato decorre dall’alluce, sul lato interno della gamba, sul ventre, terminando sul lato anteriore del torace.
Sulla matrice extracellulare di fegato sono allocati 14 punti di agopuntura ognuno depositario di caratteristiche terapeutiche codificate. Il campo emozionale collegato alla matrice extracellulare fegato è la collera. La matrice extracellulare fegato è connessa all’ orbita funzionale fegato e i tessuti con i quali ha rapporto sono i seguenti:
- occhio,
- unghie,
- fegato,
- fegato,
- tendini,
- muscoli,
- articolazioni,
- utero,
- organi della riproduzione,
- sangue,
- produzione di sangue vicariante i midolli,
- sistema immunitario
- canini inferiori
- canini superiori
In medicina biologica la matrice extracellulare, le orbite funzionali e gli organi sono denominati con lo stesso nome, ma rappresentano realtà profondamente diverse. L’errore più banale che può insorgere a seguito di questa particolare scelta nella nomenclatura, è associare direttamente la matrice extracellulare fegato alla funzione del tessuto fegato. La matrice extracellulare fegato è una zona di tessuto connettivale correlata a molti tessuti, funzioni e al suo campo emozionale. Una zona di matrice extracellulare inoltre non è solo un ingresso privilegiato per la terapia, ma è fondamentale anche per la diagnosi. Anomalie o patologie sul suo decorso sono utilizzate per valutare la salute del paziente e monitorare il decorso delle terapie. In medicina biologica la pelle del paziente racconta una storia degna di essere letta, senza rinunciare alla diagnostica strumentale e alla tecnologia. I segni evidenziati dalla matrice cellulare fegato orientano la ricerca e la diagnostica. Inoltre la strada di connettivo fegato è anche un ingresso elettivo per la terapia delle malattie che implicano l’orbita funzionale fegato. Le tecniche somministrate considerando la matrice extracellulare fegato possono essere:
- iniettive o infiltrative
- manipolative
- posturali
- chirurgiche
Spesso una zona di matrice extracellulare connessa alla sua orbita funzionale permette di comprendere anche il senso applicato dalla malattia espressa. La topografia di un segno clinico esprime anche un senso talvolta utile da comprendere. Per la medicina biologica la gestione cosciente dei conflitti e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale. La malattia è infatti una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta. Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “fisicità” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni, della genealogia e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma