Medicina biologica e impotenza sessuale
La medicina biologica valuta l’impotenza sessuale oltre che per le implicazioni cliniche, anche come una soluzione a ad un particolare conflitto biologico patito dagli antenati umani nei complessi processi della loro evoluzione. La comprensione del senso biologico realizzato dall’ impotenza favorisce la consapevolezza delle implicazioni conflittuali risentite, che l’impotenza sessuale esprime. La consapevolezza del senso biologico insito nell’impotenza, è dunque premessa per la conflittolisi e contribuisce alla sua corretta gestione.
La terapia medica non è sostituita dalla medicina biologica, ma la affianca migliorando il decorso clinico del paziente. Si di distinguono due forme di impotenza. L’ incapacità di compiere l’atto sessuale è denominata impotentia coeundi, mentre l’incapacità di generare è denominata impotentia generandi. L’ impotenza nel linguaggio comune su si riferisce alla impotentia generandi e all’uomo, mentre per la donna si usano altri termini. L’ impotenza a compiere l’atto sessuale può essere dovuta a molte cause che richiedono prima di tutto un trattamento loro specifico:
- alterazioni morfologiche dei genitali
- malattie endocrine
- diabete mellito
- alcolismo
- malattie debilitanti
- squilibri neurovegetativi
- dipendenze
- intossicazioni
- farmaci
- abuso di farmaci
- traumi psichici
- lesione nella regione perineale
- paralisi dei nervi motori
- lesioni del sistema nervoso
- sindrome adattativa a stress
- obesita
- malattie metaboliche
La seconda forma d’impotenza ovvero l’impotentia generandi, più comunemente denominata infertilita, può trarre le sue origini dalle stesse cause appena elencate alle quali si aggiungono:
- difetto quantitativo o qualitativo degli spermatozoi,
- ostruzione delle vie genitali che veicolano i gameti
La terapia convenzionale dell’impotenza sessuale si orienta alle sue cause e include farmaci, chirurgia, dieta e psicoterapia. Il successo del trattamento dipendo molto dalla corretta diagnosi. Secondo la medicina biologica l’impotenza sessuale appartiene alle orbite funzionali fegato e vie biliari. Il campo emozionale coerente con il disturbo è l’ipocollera. Per sostenersi l’ipocollerico nel clana è servile nei confronti di chi è superiore nella catena di comando. Con chi è sottoposto invece, egli si comporta invece in modo acido con un fastidioso ossequio delle regole formali oltre ogni limite di ogni ragionevolezza. Il rispetto esagerato della norma nasconde l’incapacità di immaginarla e governarla. Altrettanto la sessualita è ridotta, priva di fantasia connessa a paura. L’ipocollerico gode della protezione da parte di un ipercollerico e del sistema di norme da lui concepito. La necessità di essere protetto da un ipercollerico sospende comportamenti sessuali caratterizzati da un possibile contrasto. Si tratta di un accordo compensativo tra due espressioni di campo emozionale tra loro complementari. L’ipocollerico cerca inconsapevolmente di essere dominato e solo in tale posizione egli ritiene di essere completo. La posizione dell’ipocollerico nel clan non è connessa ad un comportamento sessuale socialmente manifesto e intimamente espresso. Associati all’impotenza sessuale si possono osservare le malattie dei seguenti gruppi tissulari nei quali prevale patologia in fase di impregnazione e degenerazione:
- occhio,
- unghie,
- fegato,
- vescica biliare,
- tendini,
- muscoli,
- articolazioni,
- utero,
- organi della riproduzione,
- sangue,
- produzione di sangue vicariante i midolli,
- sistema immunitario
Per comprendere il senso biologico dell’impotenza sessuale è necessario descrivere il rapporto tra un soggetto ipocollerico e ipercollerico nel clan dei primati. Il soggetto ipercollerico è alfa-dominante, muscolare, sanguineo, impulsivo e assolve ai compiti della caccia, difesa e attacco in favore del clan. La natura ha previsto che anche la riproduzione sia assolta in modo prevalente dai soggetti alfa-dominanti. Il senso è migliorare la sopravvivenza della discendenza, perchè fornita dei cromosomi dei soggetti più energici. Ovviamente questa dura necessita biologica ha codificato in ogni specie comportamenti sessuali utili a favorire l’accoppiamento dei soggetti alfa-dominanti e sfavorire gli altri. Uno dei comportamenti più diffuso è il possesso del maschio alfa di tutte le femmine del clan e la sua violenza contro chiunque minacci tale diritto. Questi comportamenti codificati nella notte tempi e coerenti con un senso utile alla sopravvivenza, sono trasmessi anche all’essere umano senza che ne sia consapevole. Le aree del sistema nervoso centrale, che governano i comportamenti sessuali, sono infatti sottocorticale e gestite per automatismi.
L’ essere umano che soffre di impotenza sessuale potrebbe aver pertanto risentito un conflitto nel proprio clan come perdita della posizione alfa-dominante oppure come uno scontro con soggetto alfa-dominante. Spesso si osserva nell’essere umano questa condizione nel lavoro, nella relazione con gli altri sopratutto in famiglia. Il senso dell’impotenza sessuale nel caso dei conflitti indicati, è garantire la sopravvivenza impedendo una sessualita risentita come contraria alle regole del clan. Le possibili sfaccettature personali del conflitto biologico connesso a impotenza sessuale sono però da esaminare insieme ad un medico esperto della materia.
Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “meccanica” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma