L’ evoluzione in medicina biologica
Secondo la medicina biologica l’ evoluzione della vita è possibile grazie alla trasmissione delle informazioni concernenti le capacità biologiche sia ereditate e sia acquisite. Premessa per la trasmissione d’informazioni biologiche funzionalmente all’ evoluzione è l’istinto di sopravvivenza. Poiché la vita individuale termina, sopravvivere include necessariamente procreare. Con tale intento biologico e in coerenza con l’ evoluzione si trasmettono alla discendenza le acquisizioni e pacchetti d’informazione ereditaria e acquisibile. Oggetto della trasmissione di dati sono pertanto le sia le capacità biologiche acquisite in vita, sia le capacità biologiche ereditate dagli antenati. Le informazioni dunque, viaggiano sia in verticale sia in orizzontale. La trasmissione orizzontale dei dati, sopratutto a livello umano, deve però includere anche il parametro della coscienza. La trasmissione dei dati biologici ai fine dell’evoluzione, implica che pertanto la trasmissione dell’informazione non può essere limitata alla sola componente corporale della stessa.
Per la medicina biologica una capacità biologica si esplica tramite un tessuto e implica necessariamente un aspetto della consapevolezza ovvero allocazioni nel sistema nervoso centrale idonee a gestire le funzioni connesse. Un uccello non vola poiché possiede le ali, ma vola perché oltre alle ali possiede la coscienza di poter volare. Se allo sviluppo di un paio di ali non coincidesse la consapevolezza di poter volare, l’uccello possederebbe i tessuti implicati nel volo, ma non ne manifesterebbe la funzione. La consapevolezza della funzione e i tessuti biologici portanti la stessa funzione, cooperano necessariamente all’espressione funzionale.
La medicina biologica descrive il funzionamento di trasmissione delle informazioni biologiche, ai fini dell’evoluzione senza limitare l’osservazione al vettore materiale delle stesse, ovvero i geni. Una volta disponibile una particolare proteina è necessario che il SNC, sistema nervoso centrale sia informato circa la sua applicabilità nello svolgimento di una particolare capacità biologica. Pertanto non è corretto separare le mappe di costruzione proteica di un tessuto dalla capacità del sistema nervoso di gestire tale capacità.
La lotta per la sopravvivenza, parte inpriscindibile dell’evoluzione pone la vita in un habitat faticoso nel quale ogni essere vivente si confronta inesorabilmente con conflitti biologici, la soluzione dei quali consente l’apprendimento di nuove capacità. Queste capacità, risultate vantaggiose nella lotta per la sopravvivenza, sono successivamente trasmesse in vario modo. Secondo la medicina biologica la loro trasmissione è dipende dalla gestione del conflitto biologico implicato. Ogni conflitto biologico superato determina acquisizione di una nuova capacità di tessuti preesistenti oppure un nuovo tessuto. Questo è un evento somatico, cognitivo e spirituale. Alla vita conivolta nell’ evoluzione sul nostro pianeta, non basta possedere una nuova proteina implicata in una particolare capacità, si deve aggiungere una, seppur elementare, consapevolezza del suo impiego. La trasmissione di informazioni biologiche, deve intendersi configurata come una tripletta che unisce in un unico linguaggio un tessuto, un habitat conflittuale e la consapevolezza della soluzione possibile.
La vita secondo la medicina biologica, evolve in un campo conflittuale nel quale alcune associazioni di tessuto, capacità e senso permettono la sopravvivenza e dunque il successo della determinata specie che le possiede. Queste associazioni costituiscono il linguaggio della vita che comunica attraverso il tempo, le varie tappe percorse. Queste associazioni possono essere riassunte in triplette. Esse si generano attraverso un percorso preciso che si ripete a ogni livello evolutivo, dall’unicellulare all’organismo umano. Questi rapporti sono talmente vincolanti che nell’embriogenesi umana, per acquisire le capacità, culminanti nell’essere umano, questi deve ripercorre nel suo sviluppo, seppur più rapidamente, tutte le tappe conflittuali necessarie per lo sviluppo delle connesse capacità. La trasmissione dei dati biologici è dunque una trasmissione di consapevolezza che implica successivamente lo sviluppo dei tessuti, partendo dai codici di costruzione proteica conservati nei nostri cromosomi o sfruttando intelligentemente quelle varianti di tali codici denominate mutazioni. La trasmissione dei dati biologici avviene corporalmente tramite specifici tessuti e i loro codici di costruzione. Tale trasmissione è però sia preceduta sia destinata alla consapevolezza.
Per la medicina biologica la valutazione dei tessuti nel processo di evoluzione non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la meccanica della malattia anche il mezzo e la finalità sensata di ogni malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dai campi applicati, dei diversi fattori aggravanti, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto evolutivo sottostante. Una valutazione dei campi emozionali e del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma