Disfunzione erettile e Medicina biologica
La presenza puntuale sui mass media nelle sezioni per l’informazione sanitaria di nuovi farmaci per la disfunzione erettile è certamente un uso dei mezzi di comunicazione utile sopratutto a chi tali rimedi produce. In relazione ai noti ritmi circannuali della sessualità non sorprende che operazioni di questo tipo siano pianificate preferibilmente in primavera. I malati di disfunzione erettile sono certamente meglio informati e sopratutto tutelati in una relazione medico paziente, che valuti la personale situazione clinica del singolo.
La disfunzione erettile è il termine tecnico per definire l’impotenza ovvero l’incapacità per il paziente di sesso maschile a raggiungere e/o mantenere un’erezione sufficiente per vivere il rapporto sessuale in modo soddisfacente e efficace.La medicina biologica valuta la disfunzione erettile oltre che per le implicazioni cliniche, anche come una soluzione a ad un particolare conflitto biologico patito dal paziente. Le risposte adattative sono infatti gestite da quelle aree cerebrali sottocorticali che l’uomo condivide con il mammifero, implicandolo in tutti gli adattamenti a stress che sono stati utili ai suoi antenati.
L’ eventualità che nel paziente con disfunzione erettile si applichi un senso biologico nel disturbo patito non è rara. Questo può avvenire senza alcuna contraddizione anche quando il disturbo è riferibile sul piano fisico ad una specifica malattia. La medicina biologica favorisce la consapevolezza delle implicazioni conflittuali risentite dal paziente in associazione alla terapia delle cause fisiche della malattia. La consapevolezza del senso biologico insito nella disfunzione erettile è infatti premessa per la conflittolisi e contribuisce alla sua corretta gestione. La terapia medica farmacologica non è sostituita dalla medicina biologica, ma la affianca migliorando il decorso clinico del paziente. Certamente quando possibile in medicina biologica si associano al trattamento rimedi naturali perchè espongono il paziente ad un rischio iatrogeno minore.
La disfunzione erettile è denominata anche in latino impotentia coeundi, mentre l’incapacità di generare è denominata impotentia generandi. La disfunzione erettile non implica necessariamente una impotentia generandi, poichè la produzione di gameti maschili può essere conservata. Certamente in alcuni casi si osserva la coincidenza di una disfunzione erettile in soggetti con difetto nella produzione, nel viaggio e nella qualità dello sperma. La disfunzione erettile è posta in relazione a molti fattori che richiedono prima di tutto un trattamento loro specifico:
- lesione nella regione perineale
- paralisi dei nervi motori
- lesioni del sistema nervoso
- sindrome adattativa a stress
- obesita
- malattie metaboliche
- alterazioni morfologiche dei genitali
- malattie endocrine
- diabete mellito
- alcolismo
- malattie debilitanti
- squilibri neurovegetativi
- dipendenze
- intossicazioni
- farmaci
- abuso di farmaci
- traumi psichici
La terapia convenzionale della disfunzione erettile si orienta alle sue cause e include farmaci, chirurgia, dieta e psicoterapia. Il successo del trattamento dipendo molto dalla corretta diagnosi. Secondo la medicina biologica la disfunzione erettile appartiene alle orbite funzionali fegato e vie biliari. Il campo emozionale coerente con il disturbo è l’ipocollera. Il comportamento sociale dell’ipocollerico nel clan è scrupolosamente servile nei confronti di chi è superiore nella catena di comando. Con chi è sottoposto invece, egli si comporta con arroganza e senza cortesia alcuna. Il rigore esagerato per il rispetto della norma nasconde una incapacità dell’ipocollerico anche sul piano intellettuale immaginativo. Per gli stessi meccanismi derivanti dalla costruzione sociale del clan, la sessualità dell’iopocollerico è contenuta, timorosa e minuta nelle possibili varianze sul tema. L’ipocollerico ritiene di non avere un diritto sessuale, mentre l’ipercollerico gode di diritto sessuale su tutti i partner potenziali e reali espressi dal clan. Generalmente l’ipocollerico e l’ipercolerrico stabiliscono un rapporto di reciproco sfruttamento. L’ipocollerico gode in questo accordo della protezione da parte di un ipercollerico e del sistema di norme da lui concepito. La necessità di essere protetto da un ipercollerico sospende però comportamenti sessuali caratterizzati da un possibile contrasto e dunque si manifesta la necessità biologica di una disfunzione erettile. Associati alla disfunzione erettile si possono osservare le malattie dei seguenti gruppi tissulari nei quali prevale patologia in fase di impregnazione e degenerazione:
- muscoli,
- articolazioni,
- utero,
- organi della riproduzione,
- sangue,
- produzione di sangue vicariante i midolli,
- sistema immunitario
- occhio,
- unghie,
- fegato,
- vescica biliare,
- tendini,
Per comprendere il senso biologico della disfunzione erettile è necessario descrivere il rapporto tra un soggetto ipocollerico e ipercollerico nella organizzazione sociale degli antenati umani denominata clan. Il soggetto ipercollerico è alfa-dominante, muscolare, sanguineo, impulsivo e assolve ai compiti della caccia, difesa e attacco in favore del clan. La natura ha previsto che anche la riproduzione sia assolta in modo prevalente dai soggetti alfa-dominanti. Il senso è migliorare la sopravvivenza della discendenza, perchè fornita dei cromosomi dei soggetti più energici. Ovviamente questa dura necessita biologica ha codificato in ogni specie comportamenti sessuali utili a favorire l’accoppiamento dei soggetti alfa-dominanti e sfavorire gli altri. Uno dei comportamenti più diffuso è il possesso del maschio alfa di tutte le femmine del clan e la sua violenza contro chiunque minacci tale diritto. Questi comportamenti codificati nella notte tempi e coerenti con un senso utile alla sopravvivenza, sono trasmessi anche all’essere umano senza che ne sia consapevole.
L’ essere umano che soffre di disfunzione erettile potrebbe aver pertanto risentito un conflitto nella propria area di appartenenza sociale come la perdita della posizione alfa-dominante oppure come uno desiderio sessuale incoercibile ma senza diritto da parte di un beta-dominato. Spesso si osserva nell’essere umano questa condizione nel lavoro, nella relazione con gli altri sopratutto in famiglia. Il senso della disfunzione erettile nel caso dei conflitti indicati, è garantire la sopravvivenza impedendo una sessualita risentita come contraria alle regole del clan. Le possibili sfaccettature personali del conflitto biologico connesso a disfunzione erettile sono però da esaminare insieme ad un medico esperto della materia.
Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni applicate non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “meccanica” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma