La fase di degenerazione in medicina biologica
La fase di degenerazione in medicina biologica riguarda un conflitto che non trova soluzione tramite un’infiammazione, escrezione, deposito o impregnazione. Essa genera la successiva reattività ovvero la quinta tappa nella sequenza delle possibili risposte reattive dei tessuti. Con la fase di degenerazione, la reazione tissulare non permette proprio la restitutio ad integrum. La guarigione è prevista solo con perdita tissulare. Tramite la fase di degenerazione, la funzione del tessuto viene a essere impegnata in modo ancora più invasivo. Il tessuto diventa duro, atrofico e perde notevolmente la sua funzionalità. Si tratta di un’involuzione e di un indurimento che mostrano analogia con la senescenza.
Secondo la medicina biologica l’organismo pluricellulare che attraversa l’esperienza della degenerazione a livello coscienziale è come se attraversasse una forma di senescenza anche a livello animico. Tutti i processi implicati sono lenti, duri da sopportare, quanto inefficaci. La risposta biologica della degenerazione, sembra possedere una relazione con un conflitto per il quale una funzione debba essere interdetta. Per esempio, se un movimento non è permesso, si potrebbe ledere o invecchiare i tessuti implicati nel movimento, come risposta. Solo a titolo di esempio: mordere altri esseri umani non è socialmente permesso, una soluzione a questo desiderio potrebbe essere degenerare i tessuti coinvolti con il morso. Le malattie in questa fase sono certamente più gravi delle precedenti e il rallentamento temporale dei processi è limitato solo dalla vita biologica stessa. A questa fase appartengono malattie, quali: fibrosi, cirrosi, atrofie, induratio, metaplasia, displasia, atelectasia, alopecia, enfisema, diverticolosi, diabete scompenso renale ecc…
L’uomo malato in fase di degenerazione è sottoposto a conflitti biologici la cui soluzione non può neppure essere immaginata. Egli dunque si distrugge o modifica i tessuti connessi in una forma clinica a progressione lenta e inesorabile. I tessuti in fase di degenerazione sono modificati nella funzione e morfologia in un continuo confronto frustrante con il conflitto sottostante. Sul piano temporale, assistiamo estensione dei tempi biologici della malattia limitata solo dalla durata della vita stessa.
Le malattie in fase di degenerazione possono essere anche mortali. Le prime quattro fasi di reattività non esentano da questo rischio, ma la mortalità in questa fase è certamente maggiore. Secondo la medicina biologica la coscienza dell’individuo in fase di degenerazione, è certamente coinvolta da riflessioni sulla morte e sulla necessità per la coscienza di esprimersi tramite un corpo. Questa fase è più cronica delle altre, evidenziando il compito di preparare la coscienza umana verso un’esistenza priva di corporeità.
Per la medicina biologica la ricerca del senso di una patologia si esercita anche nell’ analisi morfologica e reattiva dei tessuti impegnati dal malato nella malattia La medicina biologica cerca oltre l’ espressione fisica della sofferenza anche la sua finalità sensata nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, del risentito delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Alcuni comportamenti possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione dei tessuti in relazione al risentito personale secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma