BIID Body integrity identity disorder
Il BIID Body integrity identity disorder è una malattia caratterizzata dal desiderio di patire una menomazione fisica in particolare riguardante gli arti. Il paziente con BIID Body integrity identity disorder desidera una lesione o l’amputazione di una parte del suo corpo. In casi particolari il desiderio di menomazione e lesione è congiunto ad una base erotica e sessuale. Nei casi meno gravi il desiderio è solo di apparire come se così fosse. Il BIID Body integrity identity disorder è associato al raro disturbo dell’identità dell’integrità corporea e può essere una delle motivazioni che portano alla richiesta di chirurgia demolitiva di un arto, che il malato non riconosce più come proprio. In taluni casi può essere riconosciuta come un disturbo mentale e trattata con antipsicotici.
Il BIID Body integrity identity disorder non deve esser confusa con acrotomofilia, che porta il paziente a cercare partner sessuali con menomazioni fisiche più o meno vistose. Nel BIID Body integrity identity disorder il paziente desidera lesioni e non trova pace se non se le procura. Le lesioni desiderate sono ottenute con violenza auto-inflitta o richieste con veemenza al chirurgo. Il BIID Body integrity identity disorder è una malattia per la quale il sistema nervoso sottocorticale del paziente ritiene necessario, per la propria sopravvivenza, non aver una determinata parte del corpo. In precise circostanze nella esistenza talvolta tragica dei nostri antenati, una parte del corpo è stata di troppo al momento culminante di un conflitto biologico. L’esempio più comune patito dagli antenati è quello nel quale il predatore di umani naturale ovvero il grande felino finiva per prendere una preda umana nascosta in una rientranza del terreno e della roccia tirandola, fuori con gli artigli per una delle estremità. Quando il nostro antenato pativa la morte dopo essere stato tirato per gli arti fuori dal proprio nascondiglio, in chi osserva la tragica scena o in chi in qualche modo la sopravviveva si formava una esperienza intensa. Senza la parte del corpo che gli artigli afferrarono, la vita sarebbe potuta continuare. Questa scena traumatizzante è una delle possibili programmazioni del BIID Body integrity identity disorder. Il BIID Body integrity identity disorder è però in relazione anche altre possibili scene traumatizzanti. Il BIID Body integrity identity disorder ha una parziale relazione con la programmazione biologica di alcune specie animali a perdere una parte del corpo, se utile a sfuggire al predatore. Ad esempio la lucertola distacca la propria coda, il tritone le zampe e la la stella marina i propri bracci. Questi animali operano tale strategia per sopravvivere talmente efficacemente, da disporre oltre che della programmazione per il distacco emergenziali di parti del proprio corpo, anche di una programmazione per rigenerarle successivamente. Il mondo animale si presenta in effetti ricchissimo di esempi di dove può arrivare l’adattamento degli organismi pur di garantirne, per quanto possibile, la sopravvivenza.
Quando nella vita di un paziente avviene un conflitto risentito come se fosse esposto al predatore e in imminente pericolo di vita, allora si può applicare una antica memoria che contiene l’esigenza inderogabile a rinunciare aduna parte del corpo. Generalmente si tratta degli arti, ma il problema potrebbe riguardare anche alle aree del corpo. Il conflitto attuale del paziente può essere una situazione dove l’aggressore reale è risentito come se fosse un predatore. Il percorso di terapia dovrebbe ricostruire il legame analogico tra la scena traumatizzante attuale e quella antica consentendo al paziente di valutare almeno una soluzione biologica alternativa a quella di cui dispone in modo automatico e inconsapevole. Non si tratta però di un percorso semplice e non tutti i pazienti risentono allo stesso modo la scena traumatizzante similare.
La gestione cosciente dei conflitti biologici e la pacificazione emozionale sono un percorso di terapia preferibile e soprattutto migliorativo del quadro generale di ogni paziente. Tutte le malattie sono una lesione di cui la sofferenza non coincide mai, ma solo si esprime a livello di tessuto sulla quale si proietta. Per la medicina biologica la ricerca del senso nelle lesioni e di comportamenti applicati non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali si realizzano nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la “meccanica” della malattia anche la finalità sensata delle lesioni nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Alcune lesioni possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma