Acne e medicina biologica
La medicina biologica descrive il senso applicato dalla malattia acne alla ricerca prima di consapevolezza, poi di una terapia e infine quando possibile di una soluzione conflittuale. L’ acne è una malattia della pelle, denominata nel linguaggio popolare anche con i termini: foruncoli o brufoli. Si tratta dell’infiammazione del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea annessa. L’ acne può avvenire a tutte le età, ma la sua massima insorgenza è nell’adolescenza. Le parti più colpite sono viso, spalle, dorso e regione pettorale del torace. Si tratta non casualmente di parti esposte alla vista e necessarie alla relazione. Lo stile di vita, le abitudini, i cambiamenti ormonali, il regime alimentare, i fattori emotivi e il clima possono influenzare questa patologia. Le forme di acne più grave sono connesse a noduli cistici che terminano con esiti fibrotici, causando il danno estetico maggiore.
La pelle per la medicina biologica è il tessuto deputato a stabilire il confine inequivocabile tra individuo e ambiente nel quale è inserito. Su questo confine avviene il contatto tra ambiente e individuo. Il contatto e la relazione sono funzionali a essere percepiti dal sistema nervoso che li valorizza come emozioni e che per il loro tramite cresce ed evolve. Non a caso lo strato più superficiale della pelle è di origine ectodermica come il sistema nervoso stesso. Percepiamo l’ambiente attraverso gli organi di senso di cui il tatto è il più antico. Per la medicina biologica la valorizzazione delle informazioni percepite tramite il contatto è un fattore inarrestabile di adattamento ed evoluzione. L’unicellulare possiede un equivalente strutturale della pelle umana sulla membrana cellulare.
Tutta l’attività operata dai recettori di membrana è tesa a informare la cellula e a consentire adattamento all’ambiente nel quale essa è inserita. Anche il contatto umano in tutte le sue implicazioni è una funzione esplicitata dalla pelle. In medicina biologica l’ acne è una malattia infiammatoria della pelle che come tutte le infiammazioni tende a significare esageratamente in conflitto attivo ciò che il tessuto significa in fase di equilibrio. Osserviamo come l’ acne colpisce principalmente adolescenti. Tale fase della vita costituisce il passaggio tra la protezione genitoriale del bambino e la responsabilità autonoma di proteggersi dell’adulto.
L’adolescenza termina in molte culture con un rituale d’iniziazione alla vita adulta generalmente caratterizzato da gesti che significano autonomia nel proteggere sé e badare a sé. L’adolescenza è per la medicina biologica un travaglio psichico e in tale periodo si alterano in modo significativo i livelli ormonali fino a raggiungere quell’equilibrio tipico dell’adulto. Nel bambino la protezione genitoriale è esplicitata da un contatto stretto con l’adulto- genitore che è incaricato di provvedere al nutrimento e alla difesa dai predatori. Contatto di pelle significa biologicamente sopravvivere per un bambino. Al contrario l’adolescente che cerca la propria autonomia rinuncia gradualmente al contatto ” pelle” con il genitore. Durante questo processo talvolta penoso nelle culture di tipo moderno e occidentali avvengono conflitti biologici la cui non risoluzione è in grado di attivare risposte adattative su i tessuti coerenti con il conflitto stesso. Nell’acne l’adolescente cerca problematicamente una sostituzione al contatto con il nido genitoriale, tramite nuovi contatti nella relazione sociale. Secondo la medicina biologica il clan, gli amici le relazioni con l’altro sesso diventano importanti, perché biologicamente significative della sopravvivenza. Quello che nel bambino rappresenta il contatto con i genitori diviene per l’adolescente il contatto sociale. La nuova pelle dell’adolescente se conflittuale può evidenziare quella reazione infiammatoria denominata acne.
In medicina biologica si considera l’ acne una reazione tissulare a destra della tavola delle risposte biologiche quindi caratterizzata da emozioni vivaci e potente vitalità. Non di meno qualcosa è andato nel verso sbagliato per quanto riguarda il processo di acquisizione di ruolo e contatto sociale. L’ acne a un’età maggiore non evidenzia un altro significato, ma solo che il conflitto sottostante non è per tutti un evento nella stessa fascia d’età. Anche a un’età ben oltre l’ adolescenza, infatti, si può risentire un problema come un conflitto di contatto sociale e relativa protezione. Colpisce, infatti, la localizzazione prevalente dell’acne in zone a elevato valore nella comunicazione e nello scambio. Nell’acne si osserva come il sistema nervoso del paziente immagina e risente il contatto.
L’analisi tramite la medicina biologica dei diversi fattori aggravanti, delle modalizzazioni, del risentito e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. L’ acne può comportare un notevole disagio interiore, difficoltà familiari, sociali, professionali o scolastiche. Talvolta il paziente può slatentizzare emozioni represse, sollecitato da condizioni di stress, di affaticamento, di forte emozione e di ansietà. Una valutazione dell’acne secondo la medicina biologica rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per la risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
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