Riflessione, iporiflessione e medicina biologica
La riflessione insufficiente o iporiflessione è per la medicina biologica l’espressione disarmonica, inefficiente e manchevole del campo emozionale in oggetto. L’ipo riflessione è il campo emozionale complementare all’iperiflessione. In questa condizione il deficit di regolazione, distribuzione e compensazione emozionale insito comporta la riduzione dell’attività emotiva svolta. L’iporiflessivo non registra l’evento emozionale con la stessa attenzione e non si occupa di gestire, regolare e compensare il dato. L’uomo in ipo riflessione è un superficiale, disattento di sé e di conseguenza anche degli altri. La diminuita capacità di regolazione è notata dai famigliari o dai consimili, che tendono a non affidare mai responsabilità a un iporiflessivo. La soluzione, infatti, che si adotta in ipo riflessione, quando confrontati con le difficoltà è evitare di percepirle. Da questo punto di vista il comportamento di un iporiflessivo può apparire infantile. Spesso questo comportamento è in dissonanza con l’età biologica e questa condizione può essere motivo di litigio. Non di meno di questo litigio soffre principalmente l’interlocutore sfortunato di un soggetto in iporiflessione. Infatti, di fronte al conflitto di questo genere la soluzione dell’iporiflessivo è sempre uguale. Egli non percepisce per nulla il problema, rimane piuttosto tranquillo e poco partecipativo alla crisi che si presenta.
Mal si adatta l’iporiflessione alla gestione di responsabilità importanti. Se un soggetto in ipo riflessione si trova in un’unità di pronto soccorso o nella sala comando dei vigili del fuoco per esempio ci troviamo nelle condizioni ideali che diventano successivamente oggetto di cronaca sui giornali. Nelle forme estreme d’iporiflessione, il soggetto può apparire distante, assente e non partecipativo. L’iporiflessivo può apparire scarsamente dotato, in realtà applica la soluzione di non percepire ogni cosa che lo pone di fronte alla necessità di gestire una difficoltà. Sessualmente l’iporiflessivo non percepisce differenza emotiva tra diverse proposte sessuali e tende forte di questa condizione a stabilire una sua convenienza ad assecondare. Egli si adatta in modo acritico se intravede a un livello parziale una forma di tornaconto. In tal caso stabilisce la relazione su presupposti fragili e adolescenziali. Il soggetto affetto da ipo riflessione oltre a non riflettere su chi è il partner, non riflette su cosa può fare con il partner e soprattutto non può riflettere su quale è il suo gusto sessuale.
Spesso l’iporiflessivo è stato violato nel corso della vita sospendendo il proprio dolore tramite la non percezione del dolore stesso. Altrettanto l’iporiflessivo non è in grado di riflettere sull’età del partner che ha di fronte configurando comportamenti sessuali difformi dalla sensibilità minima richiesta. La riflessione insufficiente determina un atteggiamento da bambino, indifeso. Il permanere in un “mondo di giochi” e una costituzione fisica che ricorda anche in età adulta la fanciullezza sono indizi rilevabili fin dalle prime osservazioni. Molte attività di studio o di lavoro sono intraprese senza riflessione e altrettanto abbandonate. L’iporiflessivo secondo la medicina biologica non è in grado di esprimere costanza in nessuna delle applicazioni possibili. Tanto ha l’iperiflessivo una compulsione a ripetere, tanto l’iporiflessivo tende a concludere precocemente ogni esperienza. Gli studi di diverse materie sono iniziati e interrotti. Altrettanto le attività professionali più disparate sono prima accettate e poi rifiutate. I partner sono cambiati semplicemente perché non si è in grado di registrare chi essi sono. Il cibo è introdotto nella bocca acriticamente ed è disconosciuto qualsiasi legame tra benessere e alimentazione.
Secondo la medicina biologica la memoria dell’iporiflessivo è debole. In iporiflessione si ricordano solo le cose recenti. Il passato lo si dimentica altrimenti si dovrebbe tenerne conto. Negli esami l’iporiflessivo deve studiare necessariamente tutto l’ultimo giorno. Se anche è promosso, dopo l’esame non ricorda già più i contenuti studiati. Il soggetto in ipo riflessione tende a instaurare relazioni affettive delle cui esistenza dopo rapida conclusione tende letteralmente a dimenticarsi. Quando è costretto a un confronto con la realtà, è sorpreso, incredulo ma purtroppo solo brevemente. L’iporiflessivo può abbandonare la propria famiglia senza motivazioni rilevanti. Esce da casa, è rapito dagli eventi e non pensa semplicemente più di aver una famiglia, un lavoro, amici, affetti.
Per le caratteristiche della riflessione insufficiente, il soggetto implicato in questo campo emozionale è manipolabile, e non stabilisce un legame preferenziale con un manipolatore preciso. Si comporta come un bambino piccolo che perde il rapporto genitoriale anche per un breve momento. Solo in mondo affascinante è rapito e incuriosito dagli eventi scintillanti, salvo trovarsi per questo coinvolto in situazioni non sempre piacevoli.
L‘ìporiflessivo è il consumatore ideale per la grande produzione industriale. Egli acquista certamente meno cose di un compratore compulsivo ovvero l’ipergioioso, ma a differenza di quest’ultimo non se ne lamenta mai. Egli non percepisce gli svantaggi di un incauto acquisto, non ne soffre e non ha pertanto mai un reclamo. La relazione affettiva o sessuale tra un iperiflessivo e un iporiflessivo produce un’apparente compensazione che rende tali coppie più frequenti all’osservazione. La stabilità di queste coppie cessa quando uno dei partner modifica il proprio campo emozionale.
Per la medicina biologica la valutazione dei campi emozionali non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la meccanica della malattia anche il mezzo e la finalità sensata di ogni malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dai campi applicati, dei diversi fattori aggravanti, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Una valutazione dei campi emozionali e del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
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