Collera eccessiva o ipercollera e medicina biologica
La collera eccessiva o ipercollera è per la medicina biologica un’espressione disarmonica, esagerata e inefficace del campo emozionale normo collera. Si tratta di una situazione in cui l’individuo diventa facilmente iperattivo, irascibile e violento. In ipercollera si perde ogni capacità di immaginare il nuovo e pertanto consolida con rabbia l’esistente. La violenza dell’ ipercollera è spesso rivolta al mondo esterno. Essa non termina la sua espressione costituendo un nuovo ordine, ma al contrario distrugge ogni rinnovamento. La creatività e la procreatività sono ridotte oppure private di significato. In ipercollera non si concepisce il senso della discendenza e arriva a confliggere con essa. La propria discendenza è percepita come un antagonista da combattere. Confliggere con la procreazione o con il proprio clna può determinare sia comportamenti protesi a evitare procreazione o a distruggerla come si osserva nei raptus intrafamiliari particolarmente violenti.
L’escursione emotiva della collera nell’ ipercollera non si proporziona agli eventi ai quali dovrebbe collegarsi. In normocollera si è intuitivi e si comprendono le nuove possibilità che un ambiente in continua evoluzione offre. In ipercollera al contrario non si apprezzano innovazione e opportunità. L’ ipercollera rende ottusi e insensibili e si vede ovunque un pericolo piuttosto che una possibilità. La perdita d’immaginazione creativa e sensibilità innovativa comporta irascibilità a ogni cambiamento ambientale, sociale o culturale. Per la medicina biologica questo campo emozionali si evidenzia in modo eclatante nella assenza di una corretta proporzione tra stimolo e risposta. L’ ipercollera può portare pertanto a reazioni “muscolari” esageratamente distruttive di se o del mondo. “Essere fuori di testa” descrive la totale assenza di proporzioni corrette nei comportamenti e nei sentimenti al fine di creare nuove possibilità. Forme particolarmente penose d’ ipercollera sono in medicina biologica la gelosia e la invidia. In questi casi l’incapacità di innovare ed evolvere è compensata con un attaccamento all’esistente che diviene possesso totale dell’esistente. Tendenzialmente nel corso della vita l’invecchiamento predispone all’ ipercollera. Più è marcata incapacità muscolare, sociale e culturale dell’anziano, maggiore è la probabilità di ipercollera. Per la medicina biologica l’esagerazione nell’ espressione di campo emozionale bascula e attinge dal suo contrario. In ipercollera si è spesso anche insufficienti su tutti i piani della relazione con l’altro.
In ipercollera l’ individuo è incapace di innovare e dunque conserva gelosamente. Egli non è più creativo e pertanto si arrocca nel possesso del “vecchio”. In questo sentimento tende ad aggredire con molta veemenza chi lo avvicina con la freschezza di un momento creativo e innovativo. A quel punto nascono invidia e gelosia. La violenza dell’ ipercollera, dovuta alla perdita di proporzione tra atto scatenante e risposta, può divenire nelle forme estreme un raptus. Il raptus è una reazione impetuosa e improvvisa non solo etimologicamente assimilabile al rapimento. L’ ipercollera nel raptus non impegna la forza al raggiungimento di un fine, ma è come rapita dalla forza in totale assenza di un fine ragionevole. Al termine del raptus il soggetto affetto da ipercollera non può ricostruire il senso e la proporzione della sua reazione.
Il raptus possiede letteralmente il soggetto con ipercollera e lo conduce automaticamente verso obiettivi inconsapevoli. A livello storico, il campo emozionale ipercollera condiviso da moltitudini di umani è responsabile delle guerre distruttive dell’avversario, ma altrettanto autodistruttive. Secondo la medicina biologica in ipercollera si è incapaci di immaginare l’avversario come portatore di opportunità e si risente ogni diversità come pericolo. La guerra non è uno strumento per la conquista di nuovi spazi e\o di un nuovo ordine. Al contrario la guerra non proporzionata all’ obiettivo e ai mezzi impiegati per ottenerlo, comporta la distruzione inconsapevole dell’avversario e di se stessi.
Lo scultore applica normocollera per ricavare la scultura dalla pietra grezza. Il soggetto in ipercollera al contrario distrugge tutta la scultura. Si tratta di persone ostili non solo all’innovazione, ma all’arte e alla ricerca alle conquiste culturali sociali e umane. I dittatori, gli uomini politici, i vertici delle chiese, i comandanti degli eserciti, gli uomini di potere, sono spesso rapiti da ipercollera. L’umanità ha certamente sofferto a causa dell’ ipercollera maggiormente di qualsiasi altro campo emozionale.
Mentre nel raptus da ipercollera si è come rapiti e dunque assenti, esiste anche una possibilità cosciente nell’espressione di questo campo emozionale. Il piacere nel somministrare sofferenza può culminare in ipercollera nella premeditazione e organizzazione di comportamenti violenti. La violenza è non di rado socialmente valorizzata. La cultura del fisico e la competizione fisica sono sopravalutate fino a divenire marcatori di rango di sociale. L’organizzazione sociale di violenza è l’opposto di un raptus. Mentre nel raptus il soggetto è rapito, nell’organizzazione sociale di violenza, l’ ipercollera è acclamata, diviene un valore ed è strutturata nelle comunità.
Gli sport acclamati dal pubblico, il successo, il potere spirituale, politico e sopratutto economico sono in relazione sintetico induttiva con i comportamenti dimostrativi di potente muscolatura striata esibita dai primati attraverso la percussione del proprio torace. Un primate si percuote i pugni sul petto esibendo potenza e collera. Solo che la violenza di una scimmia è dimostrativa, ritualizzata, proporzionale allo scopo e non persistente. Nelle società umane con organizzazione esaltante ipercollera, i comportamenti tendono all’esibizione esagerata di dominio, forza e sessualità evidenziando la mancanza profonda di una comprensione e equilibrio relativamente a tali espressioni di vita.
La sessualità in ipercollera può essere maggiormente dimostrativa piuttosto che vissuta. Il paziente in ipercollera ama venir visto insieme partner importanti, declinati come da lui posseduti, piuttosto che amare profondamente il partner e declinare in tal modo la sua libertà. La sessualità dimostrativa ovviamente diviene assimilabile alla caccia e pertanto si enfatizza in relazione all’atto sessuale il valore estetico e visibile della preda. Questi comportamenti sessuali connessi a ipercollera sono espressi indifferentemente da individui con genitali maschili o femminili.
Una possibile variante della sessualità dimostrativa in ipercollera è il ricambio frequente dei partner. Nella sessualità realmente vissuta la ricerca di nuovi partner sessuali non è un valore assoluto. La competenza e la conoscenza del partner sono, infatti, essenziali per la condivisione di piacere durante l’atto. L’atto sessuale in ipercollera a dispetto delle sue dichiarazioni enfatiche è invece modesto. La ricerca di nuovi partner sostituisce competenza e prestanza sessuale. La ricerca di nuovi partner non essendo in relazione stringente con le esigenze del piacere, si esprime con l’esibizione sociale di una grande seduttività. Il vestito, le misure, il valore sociale del partner sono superiori a qualsiasi piacere reale.
La sessualità dimostrativa in ipercollera può esprimersi anche come violenta interdizione sessuale per i suoi consimili. La sessualità dimostrativa in ipercollera corrisponde ad una incapacità di amare e culmina nel piacere di limitare l’altrui capacità di amare. Le norme culturali, sociali o religiose che limitano l’accesso a sessualità consenziente, sono assimilabili ai comportamenti iperseduttivi e alla violenza sessuale. Secondo la medicina biologica si tratta in tutti questi casi di espressioni possibili dell’ ipercollera relativamente alla sessualità.
Gelosia nella coppia, violenza sessuale e norme sessuali limitanti derivano dall’ ipercollera. Il soggetto affetto da ipercollera tende nei sistemi sociali organizzati sulla violenza a un ruolo di successo. I sentimenti estremi che caratterizzano la sua sofferenza sono valutati talvolta come necessari e parte integrante della natura umana confondendo in modo eclatante normocollera e ipercollera. Mentre nella normocollera la forza è al servizio del talento, nell’ ipercollera la forza è acclamata come valore senza corrispondenza alcuna con i suoi modesti risultati.
Per la medicina biologica la valutazione dei campi emozionali non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la meccanica della malattia anche il mezzo e la finalità sensata di ogni malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dai campi applicati, dei diversi fattori aggravanti, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Una valutazione dei campi emozionali e del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma
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