La malattia cronica in medicina biologica
La medicina biologica ricerca nella malattia cronica un senso ai fini dell’adattamento e dell’evoluzione. La malattia cronica è la sofferenza prevalente delle società moderne. La morte e la riproduzione sono interdipendenti dovendo la natura supplire alla prima per il tramite della seconda. Un organismo pluricellulare è organizzato per tessuti specializzati e autocosciente richiede un esteso tempo biologico per essere riprodotto. Un organismo umano rappresenta la culminante di processi adattativi operati in tempi molto estesi dall’evoluzione. L’uomo evidenzia una maggiore consapevolezza del suo habitat e sopratutto l’uomo può esprimere coscienza di essere. Se paragonato a un organismo unicellulare, la riproduzione umana è più faticosa e lenta. La velocità riproduttiva e la consapevolezza evidenziano dunque un rapporto inversamente proporzionale. Maggiore è la consapevolezza espressa da una specie o da un individuo, tanto più lentamente si svolgeranno i fenomeni di riproduzione e più lungo sarà l’intervallo tra le generazioni. La malattia cronica si inserisce anche nella particolare escursione temporale nella riproduzione umana.
La morte di un individuo e la sua sostituzione con un suo discendente avente caratteristiche adattative migliori, sono uno dei cardini del ricambio biologico e dell’evoluzione. Per la medicina biologica la morte e l’evoluzione sono dunque intimamente legate e la loro velocità è regolata da precisi rapporti. Maggiore evoluzione individuale corrisponde a un ricambio generazionale minore. Il maggiore impiego di informazioni acquisite dal sistema nervoso centrale umano implica maggiore consapevolezza, determinando un minore ricambio per decesso e sostituzione. In questo processo meraviglioso quanto terribile, la gestione di conflitti e la loro soluzione costituiscono l’habitat naturale nel quale la vita confrontandosi con problemi sempre nuovi, evolve.
Non sempre la soluzione conflittuale o conflittolisi termina il conflitto, ma certamente un habitat non conflittuale sottrarrebbe alla vita l’altra e irrinunciabile spinta verso l’ evoluzione, ovvero il sopravvivere e l’acquisire. La velocità con cui ci si ammala e si guarisce, dipende per la medicina biologica dall’estensione temporale necessaria per passare da conflitto in atto a conflittolisi. Per conflittolisi si intende la soluzione del conflitto patito. L’uomo moderno evidenzia un rallentamento notevole nella velocità con cui sono gestite le malattie rispetto agli altri mammiferi, sopratutto quelli a lui geneticamente più vicini. Questo significa che l’estensione temporale tra conflitto attivo e conflittolisi aumenta, determinando il fenomeno tipicamente umano della grande diffusione della malattia cronica. L’uomo moderno è soggetto alle malattie più frequentemente dell’animale ed evidenzia rispetto a quest’ultimo, una maggiore incidenza di malattie croniche degenerative. Nelle società più ricche e avanzate, la malattia cronica è divenuta il principale problema dei servizi sanitari deputati a occuparsene. Al di là delle cause organiche la malattia cronica è una conseguenza della complessa attitudine e vocazione umana di accedere coscientemente ai conflitti patiti.
Per la medicina biologica la ricerca del senso di una patologia si esercita anche nell’ analisi morfologica e reattiva dei tessuti impegnati dal malato nella malattia La medicina biologica cerca oltre l’ espressione fisica della sofferenza anche la sua finalità sensata nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi in medicina biologica delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, dei campi emozionali, del risentito delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Alcuni comportamenti possono determinare un notevole disagio sia interiore sia nella relazione con gli altri. Una valutazione della malattia in relazione al risentito personale secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma