Tic convulsiv e medicina biologica.
Nei tic convulsiv è utile la medicina biologica per la valutazione del risentito, dei conflitti e dei campi emozionali implicati nella malattia. Si tratta di movimenti spontanei compiuti senza controllo con uno scopo inconscio da decodificare. Il tentativo di contenimento tramite la volontà peggiora non di rado la sintomatologia. I tic più comuni implicano il volto in forma di contrazioni della muscolatura mimica con uno scopo inconscio nella comunicazione. Altrettanto comuni sono lo schiarimento di voce compulsivo o l’annusamento. Il tic è ingenerato da aree celebrali che sfuggono al controllo cosciente, ma non per questo privo di un senso biologico e d’intenzione. Il tic è un automatismo non consciamente comandato che risponde a una condizione conflittuale con aree cerebrali deputate al controllo di tessuti e comportamenti ritenuti idonei a rappresentare soluzione dalle aree più elementari del cervello. Il tic anche se non realizza nella concretezza soluzione alcuna, è comunque ritenuto o immaginato come tale. Si possono distinguere diverse categorie di tic secondo i gruppi muscolari e delle funzioni biologiche implicate:
- contrazioni muscolari
- emissioni di suoni
- tic comportamentali
Il tic è dunque un automatismo comandato da aree cerebrali non sottoposte a controllo cosciente ed è pertanto da decodificare con gli stessi modelli interpretativi adottati per lo studio dei sogni, dei lapsus, dei deliri. La capricciosità di un tic non deve, infatti, indurre a una superficiale esclusione di senso intenzione e immaginazione. La messa in moto di un tic deriva da uno o più fattori scatenanti e, però, da riferire a un unico conflitto programmante avvenuto nel passato del paziente e rimasto sospeso nella sua soluzione. Conflitti biologici sospesi non sono però possibili, poiché nell’evoluzione delle specie la mancata conlfittolisi è spesso associabile con il decesso. L’uomo deve spesso mediare tra soluzione conflittuale e regole sociali o morali. La risultante di questa faticosa mediazione che denominiamo avanzamento culturale è spesso una sospensione della soluzione più naturale dei conflitti. In tale circostanza le aree del cervello più antiche, deputate al controllo degli automatismi, non sottoposte al controllo corticale della coscienza, attivano una riposta corporale.
L’implicazione frequentissima in questa risposta di contrazioni muscolari è da porre in relazione al campo emozionale ipocollera, anche se non è certamente questo l’unico campo possibile. L’ipocollerico, infatti, ha una notevole difficoltà a promuovere il suo interesse e a una valutazione giusta del suo operato. Egli tende ad assecondare una figura dominante nel suo ambiente violando suoi e purtroppo anche altrui interessi. Lo scatenamento di contrazione muscolare sostituisce l’espressione di disgusto rifiuto e rimozione della figura dominante alla quale è sottoposto. Si tratta in fondo di un bambino rimproverato da un genitore che nulla può oltre la “smorfia” che diviene fenomeno a se stante e non più controllato. L’implicazione della mimica e del volto nei tic invece è da porre in relazione all’ipergioia. Negli automatismi spesso si applica in modo automatico una comunicazione non possibile sotto controllo cosciente. Nella coprolalia o nell’ecolalia, il comportamento svolge, infatti, un ruolo vicariante il desiderio del paziente. Si desidera un illecito e dunque l’illecito diviene automatico e non controllabile. In tal senso si tratta di un passaggio graduale o tempestoso dalla compulsione a un comportamento verso il suo completo svincolo da un controllo cosciente.
Le concause che portano il paziente verso automatismi sono molteplici. Implicazioni di carattere neurologico, principalmente riferite ai gangli della base sono discusse. Situazioni d’intossicazione generale come da metalli pesanti o di lesione di aree cerebrali possono favorire l’insorgenza del disturbo. Il paziente affetto da tic patisce però un conflitto sospeso, la cui identificazione e soluzione rappresentano la terapia più efficace.
Per la medicina biologica la ricerca del senso di una malattia non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la meccanica della malattia anche la finalità sensata della malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie. Per la medicina biologica la malattia è una risposta adattativa al conflitto sottostante operata a livello sottocorticale ovvero con le zone del sistema nervoso centrale deputate al controllo dei tessuti, degli organi e connesse funzioni. La medicina biologica ha l’obiettivo di circoscrivere il senso della malattia e non si contrappone alla medicina convenzionale che ne descrive il modo. Al contrario queste due metodiche si completano vicendevolmente.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dei diversi fattori aggravanti, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto biologico sottostante per il singolo paziente. Una valutazione del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato dalla malattia, premessa ineludibile per soluzione conflittuale.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma