Tabagismo e medicina biologica
La medicina biologica è utile per comprendere la soluzione conflittuale che il comportamento del tabagismo rappresenta. Per tabagismo s’intende la combustione del tabacco per fini rituali o per semplice piacere, che purtroppo induce abitudine o dipendenza. Il tabagismo più comune è appunto inalare fumo di tabacco che contiene nicotina, un alcaloide psicotropo e molte altre sostanze. Il fumo oltre a produrre una forma di piacere, induce purtroppo dipendenza ed effetti collaterali anche gravi. L’insorgenza degli effetti collaterali del tabagismo è in molte culture causa di sofferenza oltre a costituire un costo economico e sociale considerevole. I danni del singolo e i costi sopportati da una società con diffusione del tabagismo sono i motivi rilevanti per sconsigliarne l’uso e promuovere la disassuefazione tabagica. I costi maggiori del tabagismo però sono la permanenza in una condizione infantile di chi ne è affetto. In particolare il paziente con tabagismo ha un conflitto irrisolto con il femminile. Diversi metodi sono proposti per la terapia del tabagismo: la desensibilizzazione, la psicoterapia, la sostituzione della nicotina, la farmacologia di supporto, l’ agopuntura e le tecniche suggestive trovano impiego in questo settore. Una possibilità di aiuto importante è certamente l’analisi del tabagismo nel singolo paziente secondo la medicina biologica.
I tessuti corporali primariamente esposti dal tabagismo sono le prime vie aeree, i bronchi e il polmone. Secondariamente il tabagismo espone i tutti gli altri tessuti di cui quello forse più rilevante ai fini della sopravvivenza l’apparato cardiovascolare. I tessuti primari dell’esposizione sono l’obiettivo del paziente che è affetto da tabagismo, appartengono secondo la medicina biologica ad un’orbita funzionale ed al campo emozionale tristezza. Il soggetto che soffre di tabagismo non esprime più normotristezza, ma bascula a intervalli irregolari tra ipertristezza e ipotristezza.
Il primo fumo nella storia evolutiva dell’uomo avviene dopo la scoperta del fuoco e tutte le applicazioni che successivamente ne derivano. Nessun’altra tecnologia nella storia umana ha comportato un cambiamento di tanto dirompente. Possedere il fuoco per l’essere umano ha significato, la possibilità di difendersi dal suo predatore naturale ovvero il grande felino. L’essere umano era preda dei grandi felini, ma con il fuoco l’uomo ha ottenuto la possibilità di proteggere la tana dall’incursioni spesso notturne del suo predatore. La combustione degli alimenti e in particolare delle carni ha permesso all’uomo di disporre improvvisamente di un maggior numero di calorie alimentari, aprendo la strada all’accrescimento corporale. Infine la protezione del nido anche dal freddo degli inverni ha permesso un aumento dell’efficienza riproduttiva. La protezione del nido, la discendenza e la continuità di fiamma del fuoco erano affidate al femminile nel clan. Possiamo dunque immaginare il senso che esprimeva per i progenitori dell’umanità, essere riuniti a sera davanti a un fuoco e condividere insieme agli altri membri del clan i fumi di quel fuoco. Il sistema nervoso funziona per vaste aree a immagini analogiche applicando come correlazione logica la sintesi induttiva. In tal senso condividere il fumo ha assunto per le parti più arcaiche del cervello il senso e il significato di sicurezza dal predatore, disponibilità di cibo, nido sicuro e femmina. Quando in medicina biologica si studia il tabagismo di un paziente certamente il conflitto biologico è da ricercare nelle tematiche indicate ovvero:
- Sicurezza della casa
- Sicurezza delle fonti nutrizionali
- Protezione della discendenza
- Madre
Introdurre fumo nei polmoni, come avviene nel tabagismo, non può essere altrimenti spiegato, senza tornaconto emozionale importante. Secondo la medicina biologica senza un comando del sistema nervoso centrale non avviene nessuna dipendenza. Dipendere necessita una scelta operata tanto quanto non dipendere.
Nel paziente affetto da tabagismo inalare fumo pacifica almeno illusoriamente un conflitto biologico nelle quattro aree tematiche indicate. Questo avviene perché ogni essere umano possiede ancora memoria di un antico passato durante il quale inalare fumo dentro una caverna prometteva miglioramenti notevoli nella sopravvivenza. Una valutazione del tabagismo del singolo paziente secondo i parametri della medicina biologica rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato dalla patologia, premessa ineludibile per la sua risoluzione. Generalmente ogni patologia incluso il tabagismo avvengono nel sonno della coscienza e per attivazione delle vaste aree sottocorticali e dunque inconsce del sistema nervoso. Corticalizzare i conflitti è per la medicina biologica l’inizio di ogni terapia.
Il trattamento del tabagismo tramite medicina biologica non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la medicina biologica stabilisce con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità per una gestione integrata dei pazienti.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma