Gioia equililibrata o normogioia e medicina biologica
La gioia equilibrata o normogioia è per la medicina biologica l’espressione armonica, efficace e creativa del campo emozionale in oggetto. La gioia come campo emozionale in equilibrio detta anche normo gioia è il più elevato tra i campi, tanto da costituire il fine stesso della esistenza. La normogioia o gioia positiva è l’emozione più elevata che l’uomo possa provare e contemporaneamente anche la più elevante. L’uomo in normo gioia crea un campo emozionale ascendente nel quale si è trasportati con la forza del sorriso. Il vortice della normogioia trascina in alto fino al punto nel quale la gioia di vivere e la causa della vita coincidono. Per questa coincidenza che la normogioia rappresenta contemporaneamente sia l’inizio e il fine dell’esistenza. La trattazione della normogioia è impossibile senza sconfinare in una visione spirituale della vita. Il normogioioso vive pienamente uno stato di beatituidine e partecipazione. Si tratta di un benessere contemporaneamente fisico, emotivo e spirituale. La persona ha una salute integra, esprime i propri talenti e ha una visione partecipativa al trascendente.
La beatitudine a livello spirituale sospende qualsiasi divisione operata dalla cultura, dalla storia o dalle religioni. La normo gioia è quella facoltà umana che può coincidere con la facoltà divina. Il normogioso vive l’unità di tutte le cose e per quest’unità partecipa al respiro dell’universo. La normogioia dissolve ogni illusione di essere separati dall’universo. Il normogioioso compie pertanto la creazione e si ricongiunge in tal modo all’origine di tutte le cose.
L’individuo che sperimenta normogioia non lo realizza per particolari e fortunate condizioni. Il normogioioso trae dal presente, da qualsiasi presente, la ricchezza interiore la ragione della propria felicità. Non dipende da particolari condizioni esterne o dalla fortuna o dal destino. La salute robusta è conseguenza della partecipazione dei piani più densi alla perfezione e al compimento della vita. La normogioia non coincide però con l’immortalità corporale.
Il corpo è certamente mortale, ma avendo il normogioioso superato i conflitti biologici e le separazioni, egli non attraversa l’esperienza di malattia. Quando avvenisse comunque una lesione dei tessuti che compongono la corporeità, il normogioioso attiva impressionanti meccanismi di riparazione. Il corpo è vulnerabile e mortale ma in modo diverso da quello che gli uomini sperimentano nella malattia. Il normogioioso è pienamente cosciente di tutte le attività corporali e dunque mai la malattia lo sorprende nel sonno della coscienza come conflitto applicato ai tessuti. La gioia equilibrata s’irradia a tutti coloro che sono vicini al normogioioso e ne partecipano con una elevazione chiaramente proporzionale alle proprie possibilità personali. In ogni caso la gioia equilibrata è contagiosa ed elevante. Quando l’uomo la raggiunge, il suo sguardo partecipe delle cose terrene di cui è pienamente cosciente e consapevole, si volge verso lo spirituale. Si realizza in tal modo il fisiologico impulso umano a gettare lo sguardo verso il trascendente. Non si tratta di un rapimento mistico, ma di una facoltà lucida completa e completante. Il normogioioso è, infatti, massimamente presente in un preciso contesto storico eppure egli è contemporaneamente ovunque.
Gli uomini che partecipano alla normogioia attraversano il mondo senza gloria. Si tratta spesso di persone umili sul piano contingente, ma di un’immensa ricchezza interiore. La morte in gioia equilibrata non è una separazione dal proprio corpo ma unione con tutta la creazione.
Per la medicina biologica la valutazione dei campi emozionali non disconosce per nulla i meccanismi somatici per i quali tale malattia si realizza nel corpo del paziente. Al contrario la medicina biologica cerca oltre la meccanica della malattia anche il mezzo e la finalità sensata di ogni malattia nel contesto di una evoluzione prima personale, poi della stirpe e infine della specie.
L’analisi delle sofferenze patite dal malato, dai campi applicati, dei diversi fattori aggravanti, delle modalizzazioni e dell’insorgenza primaria possono aiutare nell’identificazione del conflitto sottostante per il singolo paziente. Una valutazione dei campi emozionali e del risentito personale connesso secondo la medicina biologica, rappresenta una possibilità prima di comprensione e successivamente di coscienza riguardo al senso implicato, premessa ineludibile per una loro modulazione o a seconda dei casi per la loro risoluzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Medicina Biologica a Roma